Dell'irrilevanza politica dei cattolici si parla
dalla fine della Dc, ma con maggiore frequenza da pochi anni quando si è
manifestato l'insostenibile squilibrio tra l'immensa rete sociale del
cattolicesimo italiano, ed una sua rappresentanza politica sparpagliata quasi
dovunque: essa può forse agire da fermento su singoli aspetti, ma sul piano
politico e programmatico risulta inefficace, a corrente alternata e marginale.
Non si può rinnovare la politica se si rimane solo forza sociale. Il
bipolarismo, introdotto con il mattarellum e con le
elezioni del marzo 1994, è stato un modo brutale per ridurre ai minimi termini
la presenza politica organizzata dei cattolici, che da parte loro hanno troppo
gentilmente offerto il collo per la decapitazione. Dopo è prevalso il rapporto
di vertice tra Stato e Chiesa. Nell'attuale sbandamento di larga parte dei
partiti della Seconda Repubblica, che non sappiamo dove potrà condurre, e nella
situazione di gravissima crisi del Paese a corto di progetti e sfiduciato, lo
spazio per una proposta politica e una forza politica nuove è ampio. Assai più
che per gli interessi cattolici, è il Paese che ha un grande bisogno di un
partito laico ad ispirazione cristiana, capace di trarre orientamento dalla
Dottrina sociale della Chiesa e di far cooperare laici e cattolici. Non si fa
politica efficacemente senza le risorse necessarie, tra cui fondamentale è un
partito di programma e di proposta sufficientemente strutturato, che oltrepassi
l'ideologia della diaspora che condanna alla minorità. Per questo occorre
aumentare il transito dall'impegno sociale a quello politico, scarso in campo
cattolico da quasi vent'anni, sebbene ultimamente qualche novità si è vista. E
bisogna creare classe dirigente che contrasti la deriva verso una democrazia
populista e i «partiti personali», arginando il preoccupante sfaldamento della
vita pubblica. Occorrono veri leader che lancino un appello al Paese e siano in
grado di federare: la capacità federativa è il punto centrale su cui si gioca
la partita. La base è nel complesso attenta, mentre le leadership scarse e poco
inclini a rischiare. Si attende un nuovo Sturzo o forse meglio un nuovo De
Gasperi per una risposta alta a una situazione eccezionale.
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