Il presidente del Movimento cristiano lavoratori Costalli: “No all’uso dei valori come steccati. E’ finita
l’epoca del leader demiurgo calato dall’alto”
Roma - «Guardi, alla fine i miei amici nel mondo
cattolico e nella Chiesa - quelli pragmatici, e ce ne sono tanti - si pongono e
ci pongono una domanda molto semplice: scendiamo in campo per partecipare alla
gestione della cosa pubblica in modo tale che tutta la prossima legislazione
possa esserne influenzata in modo positivo, oppure facciamo i grillini di centro, ci chiudiamo nelle sagrestie e lasciamo
che alle leggi ci pensino, con tutto il rispetto, Vendola
e Bonino?». Carlo Costalli è il presidente del
Movimento cristiano lavoratori, 345 mila iscritti, nonché tra gli artefici di
quel «forum di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro» che riunisce sette
associazioni (Acli, Cdo, Cisl, Coldiretti,
Confartigianato e Confcooperative, oltre al Mcl) e ha
animato il convegno di Todi a ottobre e il manifesto di «Todi 2» presentato due
settimane fa. Domani, spiega, parlerà al consiglio nazionale del suo movimento.
Problema: che farà il forum da grande? «Siamo in tanti, dentro e fuori, a
pensarlo: è il momento di rendere indispensabile la creazione di un nuovo
movimento politico». Un partito? Costalli sorride,
«mi hanno detto di non parlare di partito, diciamo un movimento capace di
parlare un linguaggio nuovo, di verità: va creato consenso anche sulle questioni
scomode». Ecco, appunto. Il «manifesto» di «Todi 2» elenca una serie di punti,
modifica del sistema fiscale, sostegno alle imprese, centralità della famiglia,
pluralità di scuole, welfare moderno e sussidiario, nuova legge elettorale con
preferenze e così via. Ma come la mettiamo con i temi etici, i «valori non
negoziabili», quelli per cui se Bersani apre a una «legge per le unioni civili»
Fioroni s'inalbera in nome del «no ai matrimoni gay» e finiscono per dividersi
gli stessi cattolici come ai tempi dei Dico? «Non c'è dubbio che i temi legati
ai valori siano quelli che ci stanno più a cuore. Però noi guardiamo a un
movimento che sia identitario, ma non confessionale.
Vorrei fosse ben chiaro: io non penso al partitino cattolico integralista.
Dentro e fuori il forum, sono in tanti a vederla come me: pensiamo a una grande
area moderata e riformista, aperta ai laici e nella quale sia forte la presenza
del movimento cattolico». Sì, ma sul riconoscimento dei diritti alle coppie di
fatto, gay o etero, come si fa, ad esempio? «L'essenziale è evitare lo scontro
frontale. È chiaro che se si arrivasse a questo punto, o di qua o di là, io
starei piuttosto con Fioroni che con Bersani. Per un cattolico la famiglia è
fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, ce lo ha ricordato il Papa a
Milano», ribatte Costalli. «Però se la domanda è sui
principi non negoziabili, allora dico che sono i fondamenti per un discorso più
ampio. Quei principi non sono temi dogmatici da innalzare a mo' di steccati,
come fa il Pdl. Non si fa così. Siamo sempre
disponibili a discutere, a confrontarci. Certo non approverò mai l'eutanasia.
Ma sulle coppie di fatto, per dire, una regolamentazione laica va data. Non
parliamo di matrimonio, distinguiamo bene, definiamole laicamente in altro modo
e si potrà trovare una soluzione senza barriere né scontri». Resta il problema
del leader: perché non fare nomi? «Io veramente ne farò. Quello che abbiamo
detto è che è finita l'epoca del leader demiurgo, calato dall'alto. Come
Berlusconi». E Montezemolo? «Risponde allo stesso prototipo». Quindi? «La cosa
fondamentale è la discontinuità nei progetti. Di persone che si possano
assumere questa responsabilità ce ne sono, nel governo come nel sindacato, da
Raffaele Bonanni a Corrado Passera a Lorenzo Ornaghi...».
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