Nella prolusione il cardinale ha incoraggiato le «iniziative provvidenziali» del laicato. In attesa di Todi 2
Andrea Tornielli RomaLe parole con cui il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha aperto i lavori dell’assemblea generale dei vescovi italiani contengono un forte richiamo ai partiti perché si rinnovino. «I recenti risultati elettorali – ha detto – non possono incentivare involuzioni del quadro della responsabilità politica, né demagogie e furbizie, grossolane o sottili che siano».
Bagnasco ha puntato il dito sulla piaga della corruzione e ha aggiunto: «Vorremmo davvero che i partiti, strumenti indispensabili alla gestione della polis, profittassero di questa stagione per produrre mutamenti strutturali, visibili e rapidi, nel loro costume politico e nella stessa offerta politica. È la gente che aspetta di vedere dei segni concreti, immediati ed efficaci… Ma perché lo scoramento e la disaffezione non prevalgano, occorre che la politica si rigeneri nel segno della sobrietà e della capacità di visione… Non è più l’ora di ricambi di facciata o di mediocri tatticismi spacciati per visioni politiche». Parole applicabili a più di un soggetto politico, ma che paiono particolarmente indirizzate all’area centrista.
Il presidente della Cei ha concluso la sua prolusione con un incoraggiamento per le «provvidenziali iniziative» che il laicato cattolico sta mettendo in atto. La beatificazione dell’economista Giuseppe Toniolo, ha spiegato Bagnasco, arriva «nel momento più indicato, quando i cattolici – sia sul versante interno che su quello esterno – stanno mettendo in campo iniziative provvidenziali per il bene del Paese e che noi incoraggiamo».
Un passaggio riferibile al rinnovato protagonismo delle associazioni e dei movimenti, che ha portato lo scorso ottobre al «conclave di Todi». La prossima settimana sarà presentato dal Forum delle associazioni del lavoro d’ispirazione cristiana un documento che riassume il dibattito di Todi e annuncia per il prossimo ottobre Todi 2. Nel documento si parla della necessità di rinnovare la politica a partire dai fondamenti della dottrina sociale della Chiesa anche se l’idea di un nuovo soggetto politico rimane ancora sottointesa, seppure intuibile.
L’impasse che sta vivendo la politica italiana – molti leader dell’associazionismo cattolico ne sono convinti – si può cercare di superare solo con segnali profondi e concreti di cambiamento, a partire dalle facce dei protagonisti. Ed è significativo il commento con cui il presidente dell’Movimento cristiano lavoratori Carlo Costalli ha accolto le parole del presidente della Cei: «È è indispensabile, ora più che mai costruire in Italia nuove alleanze sociali e nuove rappresentanze politiche per superare la demagogia, il pessimismo dilagante, e per rilanciare, attraverso una partecipazione responsabile, una presenza coordinata dei cattolici che abbiano conservato i valori della migliore tradizione popolare».
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