martedì 23 dicembre 2014

Il Comune di Venezia sostenga Radio Vanessa

Di recente ho visitato la redazione di Radio Vanessa, a Venezia. E ho deciso di lanciare un appello al Comune di Venezia.

La mia lettera, oggi 23 dicembre, su Gazzettino e Nuova Venezia.



lunedì 22 dicembre 2014

"Focus", trasmissione condotta da Luigi Bacialli su Rete Veneta

Il 19 dicembre ho partecipato alla trasmissione "Focus", approfondimento politico condotto da Luigi Bacialli su Rete Veneta.

Ai seguenti link è possibile visualizzare il programma.

Prima parte:

https://www.youtube.com/watch?v=FYGv1_C2amA

Seconda parte:

https://www.youtube.com/watch?v=ewezXm4QsFk



giovedì 11 dicembre 2014

Servizio Televenezia 10 dicembre

Ieri sera sul Tg di Televenezia è andato in onda il mio video messaggio sul tema della residenzialità. Questo il link al servizio.

https://www.youtube.com/watch?list=UUwiG72TCUb5RkgBGI-l__lw&v=oR79Ku2cq4I#t=18




martedì 9 dicembre 2014

Come fronteggiare il problema casa a Venezia e Mestre

Il quotidiano La Nuova Venezia ha pubblicato la lettera che ho indirizzato al Commissario Straordinario di Venezia Vittorio Zappalorto: questa la mia ricetta per affrontare i problemi legati alla residenzialità a Venezia e Mestre.


mercoledì 12 novembre 2014

Manifestazione a favore della preferenza di genere

Ieri ho manifestato davanti al Consiglio Regionale del Veneto a favore della doppia preferenza di genere insieme ad altre esponenti della politica veneziana. Ecco alcune foto.



martedì 4 novembre 2014

La Nuova Venezia - 4 novembre

City tax per chi viene a Venezia? Io sono favorevole. Il mio intervento su questo tema è pubblicato oggi dal quotidiano La Nuova Venezia.


giovedì 30 ottobre 2014

"Focus", trasmissione condotta da Luigi Bacialli su Rete Veneta.

Ieri sera ho partecipato alla trasmissione "Focus", approfondimento politico condotto da Luigi Bacialli su Rete Veneta.

Ai seguenti link è possibile visualizzare il programma.

Prima parte:
https://www.youtube.com/watch?v=Gs2hQs92zX4&list=UUDTDve4VvcgBsAjo4c_-hBA

Seconda parte:
https://www.youtube.com/watch?v=wZgonYX2xgA&list=UUDTDve4VvcgBsAjo4c_-hBA


martedì 10 giugno 2014

Mose e dintorni

Quello che abbiamo visto andare in scena ieri è stato uno dei più brutti consigli comunali  di mai credo .Urla, violenza fisica e verbale, un tutti contro tutti che non da un segnale di gran maturità democratica.
La gente è sicuramente molto arrabbiata, ma in consiglio  abbiamo visto pochi veneziani, non certo  i veneziani che con 500 euro non arrivano a fine mese e non hanno nemmeno il coraggio di chiedere aiuto in parrocchia o alla Caritas . Ecco quelli avrebbero tutti i diritti di protestare ! 
La gente ha la pancia vuota e con la pancia vota , la classe politica ha la pancia piena e le orecchie chiuse , il voto oggi come dice Diamanti è fluido e bisogna guadagnarselo.
La gente vuole facce pulite, gente onesta con occhi e orecchie attente al territorio, gente che sappia dare il cuore alla politica e non la tasca .
Il problema è sistemico : i partiti non sono più lo strumento con cui i cittadini si aggregano per poi governare , i partiti sono autoreferenziali e incapaci ormai di ascoltare le necessità del territorio , i vertici impongono candidature e dirigenza( tranne qualche sparuto caso di primarie ) che si sentono forti e che avendo il potere molte volte lavorano solo per se stessi e non per la città . 
Ecco perchè in città il fiorire di mille comitati , di mille associazioni che vanno a parlare direttamente con assessori o funzionari comunali baipassando consiglieri comunali che si vedono azzerato il loro lavoro .
Ecco perché nonostante il #vinciamopoi , i grillini hanno un seguito ...la gente vuole tornare a governare e ad avere risposte ai problemi di ogni giorno, alla buca, alla scuola sporca, al permesso di fare un bagno nuovo che non arriva, alla sicurezza 
Troppe volte abbiamo visto opere faraoniche a fronte di manutenzione zero dell'esistente!
Chi vuole venire ad investire in città deve avere certezze di normative e di tempi dei rilasci delle autorizzazioni  a fronte però di non speculare e lasciare anche qualcosa per chi vive in città oltre a garantire posti di lavoro . 
Se vogliamo uscirne dignitosamente si azzeri la classe politica cittadina, i partiti sappiano rigenerarsi, è in gioco la nostra città , il futuro dei nostri figli.
È in gioco una città che dal punto di vista storico e culturale il mondo ci invidia , potremmo diventare un vero laboratorio politico dove si parte dal basso , dalla base per avere altezza di azioni politiche degne di questo nome, la palla a chi vuole giocarsela , l'occasione è straordinaria!

domenica 11 maggio 2014

L'INVASIONE DI CHI NON CREA LAVORO PER NOI



 La Venezia del 2014, rispecchia perfettamente lo stato di saldo, in cui versa tutto il nostro paese.
Artigiani e commercianti di tutti i settori, sono costretti a cedere le proprie attività, ai nuovi ricchi del 3' millennio.
Le calli più gettonate, sono ormai soggette ad un assedio di negozi che poco hanno a che fare con la nostra tradizione.
Piccoli alimentari e i cosiddetti negozi di vicinato sono prossimi all'estinzione.
Analizzando questo fenomeno, figlio della crisi economica, possiamo notare che: l'esclusione del residente veneziano dalla vita commerciale avviene in via bilaterale.
In un primo momento come consumatore e cliente e in un secondo momento come operaio e forza lavoro.
Questi negozi infatti, prendono le sembianze fin da subito di piccoli "ghetti": ogni addetto alla vendita, responsabile o comunque dipendente è della stessa nazionalità dell'imprenditore che fa capo alla stessa impresa.
Ovvia conseguenza, la mancanza di posti di lavoro per noi veneziani.
In merito, a tutto quello che abbiamo citato sopra crediamo che debbano essere prese delle urgenti contromisure:
1)limitazione di nuove aperture di questo genere di attività ( già avvenuta per i kebab ed i pizza al trancio in tempi poco sospetti).
2)creazione di un fondo salva imprese veramente artigianali in collaborazione con tutti gli enti locali.
3) incremento, con la Camera di commercio locale,  del sistema pubblicitario per chi vende un made in Italy che rispetti le nuove normative europee del "Made in".
Come forza politica che vuole lavorare con chi lavora e per chi non ha lavoro, inoltre ci piacerebbe ci fosse una particolare attenzione alla tutela e alla salvaguardia di esercizi che rientrino nei seguenti canoni:
- Attività storiche
- negozi al servizio del cittadino
- negozi con un alta percentuale di prodotti made in Italy.
- imprese e azienda, che danno a lavoro ad un numero consistente di persone.
Solo così ci sarà finalmente lavoro nel territorio non solo nel turismo, ma nei servizi, nell'artigianato e in tante altre professioni che ormai stanno scomparendo .

giovedì 24 aprile 2014

Bob Kennedy sul Pil , condivido !

Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.

Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jpnes, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.  

Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.

Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.

  
(Robert Kennedy)

 


giovedì 17 aprile 2014

Esperimenti Actv

Molto si è letto in questi giorni sui giornali e sui Social network e molto si è visto in commissione consiliare sulla nuova sperimentazione che Actv ha deciso di cominciare in città d'acqua. Molti i disagi dei cittadini e molta demagogia da parte dei politici, vorrei precisare alcune cose .
Actv fa capo ad Avm che è totalmente in capo al comune, quindi gestita dalle forze politiche di questa maggioranza.
Actv ha una funzione sociale, non solo perchè ci lavora un sacco di gente, ma perchè qui a Venezia non possiamo prendere una macchina se non va il servizio pubblico e neanche una barca privata in certe ore della giornata o in certi giorni .
Non ho mai sentito parlare né di contratto di servizio, né di studio dei flussi di persone che prendono i battelli per muoversi.
Mi chiedo allora in base a cosa i  bravi tecnici che fanno gli orari Actv hanno scelto di tagliare una corsa piuttosto che un'altra, sarebbe interessante che l'azienda mettesse on line gli studi fatti , ciò legittimerebbe le sue scelte .
Quale è il contratto di servizio che il comune ha firmato con Actv cioè perchè il comune ha scelto per esempio di stanziare meno soldi e di chiedere meno servizi a fronte di un amento costante dei turisti in città ? Quali scelte politiche stanno dietro alla richiesta del tipo di sevizio di trasporto per Venezia? 
Sarebbe interessante sapere .......


sabato 8 febbraio 2014

Per noi tutti nella loro diversità sono uguali


A proposito della vicenda Seibezzi e i suoi libretti ci preme anzitutto capire come una istituzione quale il comune di Venezia abbia bisogno di dare una delega per il rispetto dei diritti civili.Crediamo che sia implicito che ogni istituzione pubblica tuteli i diritti civili di tutti i cittadini i applicazione all'articolo 3 della nostra costituzione.
Quindi crediamo che le risorse affidate per lo svolgimento di questo compito potevano essere usati per esempio per la pulizia delle scuole afferenti al comune , detto questo ci chiediamo quale sia accezione che la maggioranza dei cittadini da alla parola famiglia . Qualsiasi democrazia esiste perchè parte da una dialettica costruttiva tra maggioranza e minoranza , ma se le minoranze vanno tutelate , rispettate, accolte e ascoltate  è chiaro che non possono imporre la loro visione alla maggioranza soprattutto in temi così delicati che riguardano le dinamiche educative  interne di ogni singola famiglia . 
Partendo dal fatto che ogni genitore  italiano dovrebbe educare i propri figli ad essere cittadini che conoscono e seguono i dettami della nostra carta costituzionale , la scelta dell'età da cui far sorgere questo tipo di sensibilità debba essere a discrezione di ogni singola famiglia a seconda della sensibilità dei singoli figlio e dei loro percorsi . Nessun ente può conoscere un bambino quanto i genitori e spetta a loro capire quando il bimbo sia pronto per cominciare questo percorso educativo .  
Quindi non siamo affatto in accordo con le scelte della consigliera Seibezzi e l'uso che ella ha fatto delle risorse dei cittadini, in questa occasione che crediamo sia solo uno spot pubblicitario di auto promozione che niente ha a che fare con il bene comune del nostro territorio .


sabato 25 gennaio 2014

Salvate il soldato Quo

Il manifestino che ha invaso la città con la foto del papero in Lego che era sulla finestra del vecchio negozio di giocattoli di Molin, recitava " Salvate il compagno Quo " . (Io lo chiamerò soldato Quo ) 
 Questa dicitura è assai significativa, Quo non è nè qui ne qua ( avverbi di luogo), quo indica un non luogo( dal filosofo Marc Augè) ! L'appello non è stato fatto a caso o è solo frutto di buontemponi che si sono divertiti , ma è pressante, perché Venezia ormai si sta precipitando ad essere  Quo ! 
Pensandoci bene l'allusione è perfetta, Venezia se continua così potrebbe diventare un non luogo, pieno di non negozi.
La città ha certamente subito un cambiamento di scala, mia nonna era stata pochissime volte in piazza San Marco, avendo un'osteria a Cannaregio, lavorava moltissimo, ma non era un problema di tempo, il sestiere era una piccola città e non c'era un effettivo bisogno di spostarsi . 
È chiarissimo che oggi i tempi di spostamento e i luoghi di riferimento sono cambiati anche se la città d'acqua  non si è espansa e la sua superficie è rimasta sempre uguale.
 Che cosa è cambiato allora ? Con l'era digitale c'è stato uno stravolgimento  delle dimensioni spaziotemporali incredibile e tutti possono andare dappertutto e fruire di tutto, quindi anche Venezia e i veneziani hanno cambiato parametri. Se questo ha portato ad una enorme apertura culturale della città verso il mondo, per un'altro verso questa sorta di massificazione globalizzata, non è stata capace di salvaguardare la peculiarità e la specificità sociale e culturale della città . Questo ovviamente non significa assolutamente rimpianto per un passato che non può più tornare, un passato che per molti aspetti era peggio del presente, pensiamo solo ai progressi della capacità di innovazione, della cultura ed a tutti gli stimoli e le opportunità che hanno le nuove generazioni . 
Venezia, però aperta al mondo, città che architettonicamente non ha uguali, rischia di perdersi nel mondo, rischia di diventare un non luogo un architettonicamente bellissimo non luogo , dove la gente viene solo a dormire, dove non c'è più tessuto sociale, dove non si può più camminare per le calli, dove ci sono dei non negozi che potremmo trovare in qualsiasi altra parte del pianeta.
Già anche i negozi sono espressione della cultura che vive in città, perché cultura non sono solo le moltissime istituzioni culturali che sono presenti in città, ma cultura è anche il modo di vita della città, i mestieri della città, gli spazi che la città riesce a vivere .
Ma che spazi i veneziani vivono veramente? Forse ultimo baluardo sono i mercati di Rialto e Cannaregio , forse qualche campo dove i bambini, pochi , riescono a giocare ...
Ecco,  la globalizzazione spaziotemporale sicuramente positiva, va gestita, va curata , va incanalata, perchè è una enorme risorsa per Venezia , ma il soldato Quo va definitivamente e fortemente messo al sicuro , perchè Quo è ogni veneziano che si ostina contro tutto e contro tutti a rendere Venezia " luogo" .
 
     

domenica 19 gennaio 2014

Venezia : residenza o " pendolanza"

Parlare di residenzialità senza dire le solite cose è veramente difficile , Venezia è una città che si sta spopolando come in realtà molti centri storici , ma se nelle altre città esistono delle periferie magari meno costose, qui la situazione è diversa.
Venezia non ha periferia e dobbiamo fare di tutto perchè essa stessa non lo diventi. Dico noi perché,credo, i veneziani tutti si debbano adoperare, ciascuno per la loro piccola parte, a far vivere la città . Residenzialità vuol dire anche lavoro, mobilità, servizi , la gente non viene in una città dove non sia agevole abitare.
Ecco perchè il problema riguarda la casa , ma non solo .
Leggendo in realtà il rapporto dell'Osservatorio Casa del nostro Comune del 2008, ci si accorge che le motivazioni che hanno spinto le famiglie ad andarsene dalla città storica sono essenzialmente tre : il prezzo alto degli immobili, il fatto che molte volte le case siano piccole e non si possano ampliare e la mobilità lenta .
Per quanto riguarda la questione immobiliare ci sono molte cose da poter pensare e sperimentare pensando un po' a misura dell'utenza a cui ci si vuole rivolgere, credo che un po' di coraggio sia da parte del pubblico che da parte del privato non guasterebbe! 
In città ci sono molti anziani , moltissime famiglie con un componente e molte coppie di ceto medio alto, ma mi piacerebbe tornasse a vivere qui anche la gente normale( normale nella migliore accezione del termine) 
Le strade da percorrere sono molte.
Se penso agli anziani mi viene in mente il cohousing : una bellissima esperienza che prevede degli spazi privati ( piccoli appartamentini) , ma anche dei servizi in comune ( lavanderia, biblioteca, sala per incontri, un medico  ecc) perchè non farlo con un bel palazzo sul Canal Grande a Venezia? A Mestre, penso ai centri Don Vecchi , qualcosa di simile già c'è e mi pare funzioni molto bene .
Ecco, se per Mestre qualcosa sul social housing si sta facendo , a Venezia credo che poco  si stia muovendo a fronte di molte case sfitte o utilizzate ad uso turistico .
Altra piaga è proprio l'uso turistico che tanto sta sottrarendo al residenziale. Questa questione non è di facilissima soluzione: se penso che per le strutture alberghiere il comune forse potrebbe bloccare i cambi di destinazione d'uso cercando di diversificare gli investimenti dei privati, per l'extra alberghiero i controlli dovrebbero essere rigorosissimi e frequenti. Tante, troppe volte si ha notizia di strutture abusive contro le quali il normale cittadino che le subisce  si trova a combattere con armi spuntatissime .
Penso comunque che per ottenere dei risultati concreti e rimarchevoli,  tutti gli enti ed istituzioni che hanno un considerevole patrimonio immobiliare dovrebbero sedersi attorno ad un tavolo e cercare delle strategie comuni che valorizzando magari immobili di pregio, permettano loro di  mettere sul mercato immobili destinati a famiglie giovani con prezzi " politici".
Insomma servono azioni dettate da una visione di città , dove ci siano investitori pronti a lavorare per il bene comune, dove tutti i cittadini non abbiano la mentalità dello "spremere", ma del vivere, dove cultura non siano solo i turismi  e dove una amministrazione sappia fare delle scelte magari impopolari, ma che alla lunga faccia tornare Venezia una città con bambini , adulti ed anziani felici di vivere qui.


domenica 12 gennaio 2014

Bilancio di Venezia, perchè abbiamo sforato?

In questo momento in cui ogni giorno il Sindaco e la sua amministrazione asserisce che il bilancio è a posto , ci chiediamo come mai in un comune dove c'è una tassa di soggiorno, dove Actv versa un euro e 50c cent per ogni biglietto turistico emesso , dove abbiamo una addizionale comunale  Irpef , dove l' imu per appartamenti in affitto a residenti è al massimo e dove c'è un casinò , come mai a fronte di questo fiume di risorse entranti , la norma ci dice che abbiamo sforato ? 
Un comune che ha il più importante patrimonio immobiliare d'Italia ( lo dice il sole 24 ore) , come mai non riesce ad avere i conti a posto ?
 Perché  questa amministrazione che fa della partecipazione la sua bandiera, non fa un incontro con i cittadini , ci spiega i conti e soprattutto ci spiega perchè i tagli degli stipendi a seguito dello sforamento del patto, sono fatti agli impiegati e non ai dirigenti? 
Come mai il nostro comune  non chiede una modifica di questa norma a livello nazionale ,o  trova degli strumenti per cui si sacrifichi a livello locale  chi ha uno stipendio più alto rispetto a chi ha uno stipendio di 1200 euro che se ne vede tagliati 200? 
Questa amministrazione non crede che sarebbe ora di fare"  qualcosa di sinistra" per salvaguardare veramente le sue famiglie e mette veramente al centro della sua azione politica la centralità della persona e il servizio alla comunità ?