domenica 19 gennaio 2014

Venezia : residenza o " pendolanza"

Parlare di residenzialità senza dire le solite cose è veramente difficile , Venezia è una città che si sta spopolando come in realtà molti centri storici , ma se nelle altre città esistono delle periferie magari meno costose, qui la situazione è diversa.
Venezia non ha periferia e dobbiamo fare di tutto perchè essa stessa non lo diventi. Dico noi perché,credo, i veneziani tutti si debbano adoperare, ciascuno per la loro piccola parte, a far vivere la città . Residenzialità vuol dire anche lavoro, mobilità, servizi , la gente non viene in una città dove non sia agevole abitare.
Ecco perchè il problema riguarda la casa , ma non solo .
Leggendo in realtà il rapporto dell'Osservatorio Casa del nostro Comune del 2008, ci si accorge che le motivazioni che hanno spinto le famiglie ad andarsene dalla città storica sono essenzialmente tre : il prezzo alto degli immobili, il fatto che molte volte le case siano piccole e non si possano ampliare e la mobilità lenta .
Per quanto riguarda la questione immobiliare ci sono molte cose da poter pensare e sperimentare pensando un po' a misura dell'utenza a cui ci si vuole rivolgere, credo che un po' di coraggio sia da parte del pubblico che da parte del privato non guasterebbe! 
In città ci sono molti anziani , moltissime famiglie con un componente e molte coppie di ceto medio alto, ma mi piacerebbe tornasse a vivere qui anche la gente normale( normale nella migliore accezione del termine) 
Le strade da percorrere sono molte.
Se penso agli anziani mi viene in mente il cohousing : una bellissima esperienza che prevede degli spazi privati ( piccoli appartamentini) , ma anche dei servizi in comune ( lavanderia, biblioteca, sala per incontri, un medico  ecc) perchè non farlo con un bel palazzo sul Canal Grande a Venezia? A Mestre, penso ai centri Don Vecchi , qualcosa di simile già c'è e mi pare funzioni molto bene .
Ecco, se per Mestre qualcosa sul social housing si sta facendo , a Venezia credo che poco  si stia muovendo a fronte di molte case sfitte o utilizzate ad uso turistico .
Altra piaga è proprio l'uso turistico che tanto sta sottrarendo al residenziale. Questa questione non è di facilissima soluzione: se penso che per le strutture alberghiere il comune forse potrebbe bloccare i cambi di destinazione d'uso cercando di diversificare gli investimenti dei privati, per l'extra alberghiero i controlli dovrebbero essere rigorosissimi e frequenti. Tante, troppe volte si ha notizia di strutture abusive contro le quali il normale cittadino che le subisce  si trova a combattere con armi spuntatissime .
Penso comunque che per ottenere dei risultati concreti e rimarchevoli,  tutti gli enti ed istituzioni che hanno un considerevole patrimonio immobiliare dovrebbero sedersi attorno ad un tavolo e cercare delle strategie comuni che valorizzando magari immobili di pregio, permettano loro di  mettere sul mercato immobili destinati a famiglie giovani con prezzi " politici".
Insomma servono azioni dettate da una visione di città , dove ci siano investitori pronti a lavorare per il bene comune, dove tutti i cittadini non abbiano la mentalità dello "spremere", ma del vivere, dove cultura non siano solo i turismi  e dove una amministrazione sappia fare delle scelte magari impopolari, ma che alla lunga faccia tornare Venezia una città con bambini , adulti ed anziani felici di vivere qui.


1 commento:

  1. Quella del cohousing sarebbe un'ottima iniziativa, ma di certo non basta per ravvivare la città. Venezia è già una città di vecchi ed agevolarli non solo è giusto ma doveroso, questo però non aumenterà di un abitante la popolazione del centro storico.
    Se non ci saranno politiche per ridare vita alla città con negozi di vicinato, servizi e svago, e qualche buona pensata sulle abitazioni la tendenza non si invertirà mai e ci troveremo con una città ma nessun cittadino.

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