giovedì 22 agosto 2013

Caro assessore Angela Vettese

Cara Assessore Vettese
Premetto che non faccio parte delle élites culturali di questa città , ma ci sono nata, ci vivo e vorrei lasciarla migliore di adesso ai miei nipoti.
Ho lavorato per trent'anni in un negozio di argenteria fatta a mano che il mio trisnonno aprì nel 1885 e che io ho dovuto chiudere. Uno dei motivi della chiusura è stato proprio l'abbassarsi della qualità culturale del turismo che frequenta questa città . L'ideologizzazione che porta al " tutti hanno diritto di vedere tutto" ha portato alla distruzione sistematica di tutte le eccellenze artigianali della nostra città e mi spiego: la cattiva o totale assenza della gestione dei turismi che dovrebbero essere risorsa per noi che abitiamo la città , ha portato ad una totale deregolamentazione in tutti gli ambiti.Lo sa Lei che perfino i cartelli stradali  indicatori vengono spostati impunemente per deviare i flussi in questa o quel l'altra calle?
La  città è diventata un posto da dove i veneziani quando possono fuggono e solo chi ha un certo agio riesce a viverci
Questo se per un certo periodo  dal punto di vista elettorale ha portato frutti  , adesso a causa di una notevole  carenza di rappresentanza politica, sta facendo nascere una miriade di comitati e associazioni che vogliono essere interlocutori credibili, ma che troppe volte sono autoreferenziali portatori di questo o quel l'interesse e non riescono a presentare sinergicamente le istanze di tutti i cittadini. Tutto ciò porta all' immobilismo allo stato puro! 
Caro assessore ci vuole coraggio e creatività , voglia di sperimentare e di lavorare, voglia di avere una concreta e seria visione di una città attraente per gli investitori , sicura, sostenibile e a dimensione di veneziano, non è una utopia le tecnologie ce lo permettono ampiamente.
Vorrei tanto che senza guardare lobby o interessi di parte lei prendesse per mano la gestione turistica di questa città , certo molti saranno a breve scontenti, "molti nemici tanto onore" diceva un vecchio proverbio , ma chissà che qualcuno che vive in città alla lunga non la ringrazi.
 Anna Brondino

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