mercoledì 5 settembre 2012

Divorzi e welfare, ricetta veneta di Massimiliano Melilli

La crisi in atto - oltre all'effetto «livella» di Totò, tutti sullo stesso piano, in sofferenza - ha rivoluzionato persino canoni e categorie sociali che credevamo eterni. Una volta poveri erano considerati i disoccupati e i giovani in cerca del primo lavoro. Da oggi, per effetto di un provvedimento del sindaco di Belluno Jacopo Massaro, che evoca lungimiranti modelli di welfare dei Paesi scandinavi, nuovi poveri sono anche i divorziati e i precari. Che saranno equiparati ai lavoratori atipici: avranno diritto a sussidi economici e assistenziali. Dunque soldi, spesa, un tetto dove dormire. Ma soprattutto è lodevole la presenza (concreta) delle istituzioni laddove per anni, si è andati avanti solo grazie all'aiuto familiare oppure si è vissuto di espedienti. Anche in Veneto, in questi anni, tante, troppe le storie a perdere di divorziati, divorziate e precari: cittadini «invisibili» relegati nel dimenticatoio. Nella stessa direzione del meritorio provvedimento di Belluno, s'inserisce la legge regionale 29 del 10 agosto scorso. Obiettivo: aiutare i divorziati. Articolato l'ambito d'intervento: forme di microcredito a tasso zero, fondi per l'apertura di uno sportello per l'assistenza psicologica e soprattutto un elevato punteggio per le graduatorie delle case popolari. I fondi stanziati ammontano a 500 mila euro. Anche nel caso della Giunta Zaia siamo davanti ad un approccio moderno e solidale con un fenomeno che anche a Nordest assume ormai i crismi dell'emergenza. Parliamo di un mondo dove contenziosi legali, sentenze di Tribunali, liti fra ex coniugi e famiglie stesso sfociate nel sangue, rappresentano l'immagine perdente di un Paese che a parole si vanta di essere fra le prime sette superpotenze al mondo. Gli ultimi dati fotografano una realtà che anche in Veneto fa riflettere: 2.036.041 fra celibi e nubili, 2.440.121 coniugati e 97.437 divorziati. Quest'ultimo dato conferma la proporzione di un universo non più confinabile nell'alveo della vita privata. Considerato il protrarsi della congiuntura negativa e i segnali non certo incoraggianti per l'immediato futuro, i divorziati devono rientrare a pieno titolo nell'agenda di Governo, Regioni, Province, Comuni. C'è un altro aspetto confortante nel provvedimento del sindaco di Belluno a favore di divorziati e precari. E' un dato politico che la dice lunga sul Pd quotidianamente in guerra (o in pace) con Sel, Idv. Movimento 5 Stelle e Udc. Sono trascorsi cento giorni dall'insediamento della Giunta Massaro e il welfare di segno scandinavo messo ora in campo, era uno degli impegni annunciati in campagna elettorale. Impegno mantenuto. Di più. L'attuale squadra che guida la città è il frutto di una lista civica trasversale che ha appoggiato il sindaco ex Pd. Si tratta di «Patto per Belluno», che accoglie al suo interno anime del centrosinistra ma soprattutto del centrodestra. Rilevanti e decisivi risultano anche i ruoli di altre due civiche: quella del sindaco Massaro, «InMovimento» e «Insieme per Belluno-Città futura». Tale quadro dimostra che dalle ceneri del centrosinistra e del centrodestra, sul territorio possono nascere formule di governo vincenti che amministrano modernamente grazie a figure svincolate da rappresentazioni datate della politica.

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