La crisi in atto - oltre all'effetto «livella» di
Totò, tutti sullo stesso piano, in sofferenza - ha rivoluzionato persino canoni
e categorie sociali che credevamo eterni. Una volta poveri erano considerati i disoccupati
e i giovani in cerca del primo lavoro. Da oggi, per effetto di un provvedimento
del sindaco di Belluno Jacopo Massaro, che evoca lungimiranti modelli di
welfare dei Paesi scandinavi, nuovi poveri sono anche i divorziati e i precari.
Che saranno equiparati ai lavoratori atipici: avranno diritto a sussidi
economici e assistenziali. Dunque soldi, spesa, un tetto dove dormire. Ma
soprattutto è lodevole la presenza (concreta) delle istituzioni laddove per
anni, si è andati avanti solo grazie all'aiuto familiare oppure si è vissuto di
espedienti. Anche in Veneto, in questi anni, tante, troppe le storie a perdere
di divorziati, divorziate e precari: cittadini «invisibili» relegati nel
dimenticatoio. Nella stessa direzione del meritorio provvedimento di Belluno,
s'inserisce la legge regionale 29 del 10 agosto scorso. Obiettivo: aiutare i
divorziati. Articolato l'ambito d'intervento: forme di microcredito a tasso
zero, fondi per l'apertura di uno sportello per l'assistenza psicologica e
soprattutto un elevato punteggio per le graduatorie delle case popolari. I
fondi stanziati ammontano a 500 mila euro. Anche nel caso della Giunta Zaia siamo davanti ad un approccio moderno e solidale con
un fenomeno che anche a Nordest assume ormai i crismi dell'emergenza. Parliamo
di un mondo dove contenziosi legali, sentenze di Tribunali, liti fra ex coniugi
e famiglie stesso sfociate nel sangue, rappresentano l'immagine perdente di un
Paese che a parole si vanta di essere fra le prime sette superpotenze al mondo.
Gli ultimi dati fotografano una realtà che anche in Veneto fa riflettere:
2.036.041 fra celibi e nubili, 2.440.121 coniugati e 97.437 divorziati.
Quest'ultimo dato conferma la proporzione di un universo non più confinabile
nell'alveo della vita privata. Considerato il protrarsi della congiuntura
negativa e i segnali non certo incoraggianti per l'immediato futuro, i
divorziati devono rientrare a pieno titolo nell'agenda di Governo, Regioni,
Province, Comuni. C'è un altro aspetto confortante nel provvedimento del sindaco
di Belluno a favore di divorziati e precari. E' un dato politico che la dice
lunga sul Pd quotidianamente in guerra (o in pace) con Sel,
Idv. Movimento 5 Stelle e Udc. Sono trascorsi cento
giorni dall'insediamento della Giunta Massaro e il welfare di segno scandinavo
messo ora in campo, era uno degli impegni annunciati in campagna elettorale.
Impegno mantenuto. Di più. L'attuale squadra che guida la città è il frutto di
una lista civica trasversale che ha appoggiato il sindaco ex Pd. Si tratta di
«Patto per Belluno», che accoglie al suo interno anime del centrosinistra ma
soprattutto del centrodestra. Rilevanti e decisivi risultano anche i ruoli di
altre due civiche: quella del sindaco Massaro, «InMovimento»
e «Insieme per Belluno-Città futura». Tale quadro
dimostra che dalle ceneri del centrosinistra e del centrodestra, sul territorio
possono nascere formule di governo vincenti che amministrano modernamente
grazie a figure svincolate da rappresentazioni datate della politica.
Nessun commento:
Posta un commento