L’espressione
delle prossime candidature da sottoporre al giudizio dell’elettorato
è un momento importante per la vita del partito, il momento in cui i
suoi soggetti migliori sono chiamati a rappresentarlo e diventare la
voce degli interessi e delle istanze di un territorio che, in questi
momenti di scarsità di risorse, dovrà essere la più forte ed
attenta.
Se
crediamo nel ruolo fondamentale che il partito deve svolgere quale
interprete e mediatore di questi interessi ed istanze, il passaggio
elettorale deve essere vissuto in modo consapevole e responsabile, a
partire proprio dal momento della formazione delle liste e nella
scelta di tutti, nessuno escluso, i candidati.
Le
candidature rappresentano il momento di sintesi e l’occasione più
significativa per fissare i primi traguardi del faticoso lavoro
avviato nel 2012 di costruzione dell’ organizzazione territoriale
del partito che, nell’attuale contesto di crisi economica,
ideologica e di leadership, rappresenta l’ultimo baluardo che dà
un senso al partito stesso.
A
questa organizzazione, a tutti coloro che hanno continuato a
riconoscersi in essa e a credere che nella condivisione
e coesione
si ottengono i risultati migliori, vanno dati in questa fase segnali
coerenti con quanto detto e ribadito in tutti questi mesi sulla
valorizzazione delle capacità
di fare squadra, dello spirito di servizio e fedeltà al gruppo,
interpretando al meglio le sollecitazioni, pervenute anche dalla
componente giovani, a dare il giusto riconoscimento alla militanza
quale corollario alla competenza, al talento e all’esperienza
personale del candidato nonché
a
miglior garanzia di legame con il territorio di provenienza.
Sull’onda
di quanto dimostrato dagli altri competitori e stando alle intenzioni
annunciate, nella composizione delle liste dovrebbe essere riservata
alla componente femminile una parte cospicua.
La
questione delle candidature femminili è, per
il nostro partito,
di particolare criticità e sulla qualità delle candidate passa
molta parte del recupero complessivo di immagine e credibilità dello
stesso movimento.
Fermo
restando che alle candidate deve essere applicato lo stesso rigoroso
criterio meritocratico che si richiede ai candidati uomini, ci si
deve attendere che la presenza femminile sia significativa ai massimi
livelli e non relegata in posizioni di “politicamente corretto”
contorno.
Sulle
candidature femminili, le donne di partito hanno l’opportunità di
ribadire un modo di stare in campo estraneo ad ipocrisie. Al di fuori
di questa prospettiva, si cade inevitabilmente in un atteggiamento di
subalterna collaborazione e sostegno a scelte che non premiano né le
capacità né il lavoro svolto dalle militanti.
Pertanto
per sintetizzare, le candidature devono connotarsi:
1.
funzionali
al partito, rientrando in un percorso di valorizzazione delle risorse
umane che si concretizza in un “organigramma di ruoli” che dal
parlamento agli enti locali, in primis, non si sovrappongano e, in
secondo luogo, insieme coprano una rete territoriale necessaria alla
sopravvivenza del partito, ognuno
dei quali dovrà essere garante delle istanze territoriali, non
assecondando logiche autoreferenziali;
2.
aderenti
alle strategie del partito, essendone state testimoni, sostenitrici
ed evidenti (convinte)
portatrici di tali interessi;
3.
per
militanza, competenza e territorialità, derogate solo in presenza di
specifiche personalità di alta notorietà civile o imprenditoriale,
di grande valore aggiunto;
4.
all’interno
del più ampio consenso partitico, dal quale poi trarre il massimo
sostegno;
E’
auspicabile che le linee sopra enunciate valgano
non
all’interno di specifiche categorie di genere o di età, ma abbiano
lo scopo di privilegiare le sensibilità diverse presenti nel nostro
partito.
Lorenza
Lavini/Anna Brondino/Maria Giovanna Ronconi/Monica Di Lella/Deborah
Onisto/Maria Giovanna Boldrin
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