mercoledì 9 gennaio 2013
Niente più Monti e i cattolici sono senza casa. Dopo Ruini, un disastro di Paolo Rodari
Roma. Erano giorni che il cardinale Angelo Bagnasco,
capo dei vescovi italiani, aspettava un segnale. E con lui lo aspettava tutto
il mondo cattolico, le associazioni e i movimenti aderenti un anno e mezzo fa
al Forum di Todi. Ma Mario Monti, questo segnale, non l'ha mandato; non ha
garantito nulla sui "valori non negoziabili" e soprattutto non ha
coinvolto i cattolici nella creazione delle liste, non ha chiesto loro un
parere. Insomma, non si è fatto sentire. Anche per questo motivo, dopo pochi
giorni dall'endorsement dell'Osservatore Romano, voce
ufficiale del palazzo apostolico, per Monti, i cattolici si sono tirati indietro
con la decisione, suggerita dallo stesso Bagnasco, di non convocare quella
"Todi 3" che avrebbe dovuto far partire la campagna elettorale delle
stesse sigle e associazioni cattoliche per il nuovo rassemblement
di centro. Il tutto col risultato che oggi, i cattolici, dopo aver convocato il
primo raduno di Todi nell'ottobre del 2011 con l'unico visibile effetto di aver
fatto cadere il governo Berlusconi, non hanno oggi una casa in cui stare. Andrea
Riccardi, capo di Sant'Egidio che sorprendentemente
all'ultimo ha deciso di non candidarsi, ha provato a garantire a Monti
l'appoggio del mondo cattolico ma qualcosa non ha funzionato. Forse nella Cei qualcuno
non ha gradito che Riccardi fosse l'unico
interlocutore, oppure lo stesso Monti ha voluto tagliare con un mondo le cui
battaglie egli non sente del tutto sue. Idillio finito dunque? Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo,
il movimento ecclesiale con più aderenti in Italia, spiega che al momento i cattolici
restano "in duplice attesa". Dice: "Todi 3 non era stata convocata
con lo scopo di ascoltare Monti. E' soltanto una coincidenza che sia saltata
nel momento in cui Monti sta decidendo i nomi della sua lista. Però è vero che
ancora attendiamo da Monti, ma del resto anche dagli altri schieramenti, parole
chiare sui valori che ci stanno a cuore, a cominciare dalla famiglia". L'impressione
è che dopo gli anni del cardinale Camillo Ruini che, interferendo sapientemente
negli schieramenti politici guidava la chiesa sulla linea della non irrilevanza,
vi sia oggi una certa confusione. Diversi pezzi importanti del cattolicesimo,
non a caso, stanno scegliendo autonomamente con chi schierarsi, senza aspettare
indicazioni. E' di ieri la notizia che Edo Patriarca, ruiniano
segretario della comitato organizzatore delle Settimane sociali, e dunque uomo
legato a stretto giro alla Cei, ha accettato dì candidarsi nelle liste del Pd.
Con lui altri tre esponenti del mondo cattolico: Ernesto Preziosi, direttore dell’Istituto
Toniolo, Flavia Nardelli,
segretario generale dell'Istituto Sturzo ed Emma Fattorini, docente di Storia
contemporanea all'università La Sapienza. Chi, invece, ha deciso di rimanere
con Monti è Mario Mauro, parlamentare europeo del Ppe. Dice: "Ho preso la
decisione di stare con Monti a dicembre e non torno indietro. Berlusconi era
per me una novità nel 1994 ma oggi resta una delusione". E in merito ai valori
"non negoziabili", sui quali la chiesa ancora attende risposte, dice:
"Quale schieramento offre questo tipo di garanzia? Sono un problema che
tutti devono affrontare, Pdl e Pd compresi. lo preferisco
affrontare queste tematiche capitali in uno schieramento dove non si fa la guerra
ma si cercano soluzioni condivise e in un clima pacifico. Ma non userei questi
temi come spada di Damocle per decidere per chi i cattolici debbono votare.
Credo occorra guardare alle persone prima che agli schieramenti". E Comunione
e Liberazione con chi sta? "Basta leggere la nota politica recentemente
diramata per capire che Cl chiede semplicemente che i politici lavorino per il
bene comune. Non sta con nessuno e non chiede altro. Il movimento guarda
positivamente chi decide di assumersi il rischio di un tentativo politico e in
questo senso mi sento spronato a dare il meglio".
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