sabato 25 gennaio 2014

Salvate il soldato Quo

Il manifestino che ha invaso la città con la foto del papero in Lego che era sulla finestra del vecchio negozio di giocattoli di Molin, recitava " Salvate il compagno Quo " . (Io lo chiamerò soldato Quo ) 
 Questa dicitura è assai significativa, Quo non è nè qui ne qua ( avverbi di luogo), quo indica un non luogo( dal filosofo Marc Augè) ! L'appello non è stato fatto a caso o è solo frutto di buontemponi che si sono divertiti , ma è pressante, perché Venezia ormai si sta precipitando ad essere  Quo ! 
Pensandoci bene l'allusione è perfetta, Venezia se continua così potrebbe diventare un non luogo, pieno di non negozi.
La città ha certamente subito un cambiamento di scala, mia nonna era stata pochissime volte in piazza San Marco, avendo un'osteria a Cannaregio, lavorava moltissimo, ma non era un problema di tempo, il sestiere era una piccola città e non c'era un effettivo bisogno di spostarsi . 
È chiarissimo che oggi i tempi di spostamento e i luoghi di riferimento sono cambiati anche se la città d'acqua  non si è espansa e la sua superficie è rimasta sempre uguale.
 Che cosa è cambiato allora ? Con l'era digitale c'è stato uno stravolgimento  delle dimensioni spaziotemporali incredibile e tutti possono andare dappertutto e fruire di tutto, quindi anche Venezia e i veneziani hanno cambiato parametri. Se questo ha portato ad una enorme apertura culturale della città verso il mondo, per un'altro verso questa sorta di massificazione globalizzata, non è stata capace di salvaguardare la peculiarità e la specificità sociale e culturale della città . Questo ovviamente non significa assolutamente rimpianto per un passato che non può più tornare, un passato che per molti aspetti era peggio del presente, pensiamo solo ai progressi della capacità di innovazione, della cultura ed a tutti gli stimoli e le opportunità che hanno le nuove generazioni . 
Venezia, però aperta al mondo, città che architettonicamente non ha uguali, rischia di perdersi nel mondo, rischia di diventare un non luogo un architettonicamente bellissimo non luogo , dove la gente viene solo a dormire, dove non c'è più tessuto sociale, dove non si può più camminare per le calli, dove ci sono dei non negozi che potremmo trovare in qualsiasi altra parte del pianeta.
Già anche i negozi sono espressione della cultura che vive in città, perché cultura non sono solo le moltissime istituzioni culturali che sono presenti in città, ma cultura è anche il modo di vita della città, i mestieri della città, gli spazi che la città riesce a vivere .
Ma che spazi i veneziani vivono veramente? Forse ultimo baluardo sono i mercati di Rialto e Cannaregio , forse qualche campo dove i bambini, pochi , riescono a giocare ...
Ecco,  la globalizzazione spaziotemporale sicuramente positiva, va gestita, va curata , va incanalata, perchè è una enorme risorsa per Venezia , ma il soldato Quo va definitivamente e fortemente messo al sicuro , perchè Quo è ogni veneziano che si ostina contro tutto e contro tutti a rendere Venezia " luogo" .
 
     

domenica 19 gennaio 2014

Venezia : residenza o " pendolanza"

Parlare di residenzialità senza dire le solite cose è veramente difficile , Venezia è una città che si sta spopolando come in realtà molti centri storici , ma se nelle altre città esistono delle periferie magari meno costose, qui la situazione è diversa.
Venezia non ha periferia e dobbiamo fare di tutto perchè essa stessa non lo diventi. Dico noi perché,credo, i veneziani tutti si debbano adoperare, ciascuno per la loro piccola parte, a far vivere la città . Residenzialità vuol dire anche lavoro, mobilità, servizi , la gente non viene in una città dove non sia agevole abitare.
Ecco perchè il problema riguarda la casa , ma non solo .
Leggendo in realtà il rapporto dell'Osservatorio Casa del nostro Comune del 2008, ci si accorge che le motivazioni che hanno spinto le famiglie ad andarsene dalla città storica sono essenzialmente tre : il prezzo alto degli immobili, il fatto che molte volte le case siano piccole e non si possano ampliare e la mobilità lenta .
Per quanto riguarda la questione immobiliare ci sono molte cose da poter pensare e sperimentare pensando un po' a misura dell'utenza a cui ci si vuole rivolgere, credo che un po' di coraggio sia da parte del pubblico che da parte del privato non guasterebbe! 
In città ci sono molti anziani , moltissime famiglie con un componente e molte coppie di ceto medio alto, ma mi piacerebbe tornasse a vivere qui anche la gente normale( normale nella migliore accezione del termine) 
Le strade da percorrere sono molte.
Se penso agli anziani mi viene in mente il cohousing : una bellissima esperienza che prevede degli spazi privati ( piccoli appartamentini) , ma anche dei servizi in comune ( lavanderia, biblioteca, sala per incontri, un medico  ecc) perchè non farlo con un bel palazzo sul Canal Grande a Venezia? A Mestre, penso ai centri Don Vecchi , qualcosa di simile già c'è e mi pare funzioni molto bene .
Ecco, se per Mestre qualcosa sul social housing si sta facendo , a Venezia credo che poco  si stia muovendo a fronte di molte case sfitte o utilizzate ad uso turistico .
Altra piaga è proprio l'uso turistico che tanto sta sottrarendo al residenziale. Questa questione non è di facilissima soluzione: se penso che per le strutture alberghiere il comune forse potrebbe bloccare i cambi di destinazione d'uso cercando di diversificare gli investimenti dei privati, per l'extra alberghiero i controlli dovrebbero essere rigorosissimi e frequenti. Tante, troppe volte si ha notizia di strutture abusive contro le quali il normale cittadino che le subisce  si trova a combattere con armi spuntatissime .
Penso comunque che per ottenere dei risultati concreti e rimarchevoli,  tutti gli enti ed istituzioni che hanno un considerevole patrimonio immobiliare dovrebbero sedersi attorno ad un tavolo e cercare delle strategie comuni che valorizzando magari immobili di pregio, permettano loro di  mettere sul mercato immobili destinati a famiglie giovani con prezzi " politici".
Insomma servono azioni dettate da una visione di città , dove ci siano investitori pronti a lavorare per il bene comune, dove tutti i cittadini non abbiano la mentalità dello "spremere", ma del vivere, dove cultura non siano solo i turismi  e dove una amministrazione sappia fare delle scelte magari impopolari, ma che alla lunga faccia tornare Venezia una città con bambini , adulti ed anziani felici di vivere qui.


domenica 12 gennaio 2014

Bilancio di Venezia, perchè abbiamo sforato?

In questo momento in cui ogni giorno il Sindaco e la sua amministrazione asserisce che il bilancio è a posto , ci chiediamo come mai in un comune dove c'è una tassa di soggiorno, dove Actv versa un euro e 50c cent per ogni biglietto turistico emesso , dove abbiamo una addizionale comunale  Irpef , dove l' imu per appartamenti in affitto a residenti è al massimo e dove c'è un casinò , come mai a fronte di questo fiume di risorse entranti , la norma ci dice che abbiamo sforato ? 
Un comune che ha il più importante patrimonio immobiliare d'Italia ( lo dice il sole 24 ore) , come mai non riesce ad avere i conti a posto ?
 Perché  questa amministrazione che fa della partecipazione la sua bandiera, non fa un incontro con i cittadini , ci spiega i conti e soprattutto ci spiega perchè i tagli degli stipendi a seguito dello sforamento del patto, sono fatti agli impiegati e non ai dirigenti? 
Come mai il nostro comune  non chiede una modifica di questa norma a livello nazionale ,o  trova degli strumenti per cui si sacrifichi a livello locale  chi ha uno stipendio più alto rispetto a chi ha uno stipendio di 1200 euro che se ne vede tagliati 200? 
Questa amministrazione non crede che sarebbe ora di fare"  qualcosa di sinistra" per salvaguardare veramente le sue famiglie e mette veramente al centro della sua azione politica la centralità della persona e il servizio alla comunità ?