venerdì 21 giugno 2013

Tanto lavoro ancora da fare per la 194

La recente discussione del consiglio comunale sulla legge 194 direi che ha portato alla luce come siamo ancora molto lontani dalla svolta culturale che servirebbe nel nostro paese per una vera ottica di pari opportunità . 
Il lavoro da fare nel nostro territorio è veramente moltissimo. Si dovrebbero implementare i consultori, la scuola dovrebbe farsi carico di corsi di educazione affettiva e sessuale per genitori e figli e dovrebbe essere implementata una cultura di prevenzione a tutti i livelli . Il lavoro da fare dovrebbe essere capillare e sistematico proprio per raggiungere tutti uomini e donne anche migranti , che provengono da paesi dove la cultura del rispetto della vita e per la dignità della persona a volte sembra essere approssimativa.
Oggi però è un grande giorno , il nostro parlamento ha ratificato il trattato di Istambul , che ormai dovrebbe essere legge dello stato, io spero veramente che il nostro comune , ma anche la nostra regione , ne recepiscano le norme e si attivino al più presto per modificare i loro statuti in questo senso .
L'Iter burocratico non è complicato ed il segno che ne uscirebbe sarebbe di grande civiltà per noi , ma anche per i nostri figli e le nostre figlie 
Potrebbe essere il segno che a Venezia la nostra amministrazione non pensa alla dignità delle donne o dei più deboli solo a parole , ma anche con azioni concrete . Venezia capitale della cultura del rispetto di ogni persona umana che va difesa e tutelata nella sua dignità e nei suoi bisogni.   
Anna Brondino 

martedì 18 giugno 2013

Sulla legge 194

La recente inopportuna irruzione del Consiglio Comunale nella delicata questione dell’obiezione di coscienza impone a nostro avviso una seria riflessione ed una ricognizione sullo stato della tutela dei diritti della donna sanciti dalla legge 194. L’art. 1 stabilisce: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.
Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”:
Noi non siamo per l'aborto, che resta un problema legato inevitabilmente alla coscienza di ciascuna, ma  per la tutela  e la garanzia di diritti sanciti da una legge dello Stato.
Ogni donna che si appresta ad un scelta travagliata e dolorosa ha prima di tutto il diritto alla consapevolezza  e ad una adeguata assistenza medica e psicologica.
L’obiezione del medico è un diritto così come lo è quello della donna di ottenere un servizio di assistenza e di trattamento medico così come previsto dalla legge.
Se da un lato la legge ammette l'obiezione di coscienza , dall'altro , pur con strumenti come la mobilità (ovviamente calendarizzate adeguatamente) ha l'obbligo di garantire il servizio alle donne che lo richiedano e questo nella discussione in corso ci pare fondamentale.
Del resto i dati sulle percentuali dei medici obiettori presenti nelle strutture pubbliche fotografano una situazione  non già di difficoltà  nelle tutele su questo fronte quanto invece dell’impossibilità in molti casi di garantire il diritto alla scelta ed alla maternità consapevole da parte di molte donne.
Se è vero che il tema esula dalle competenze delle Amministrazioni locali è anche importante che dalle stesse e dalla conferenza dei Sindaci  arrivino segnali e  stimoli verso un coordinamento più attento dei consultori  e delle altre strutture preposte al sostegno e all’assistenza delle donne per una applicazione più puntuale della 194 e davvero sorprende che l’Amministrazione Veneziana, che sul tema dei diritti della persona ha fatto in più occasioni la propria bandiera, abbia affrontato con superficialità un tema così delicato e sensibile, si applichi con risorse e idee concrete per tutelare tutti i cittadini e le cittadine che in momenti di difficoltà si aspettano un aiuto .
Il risultato non può che essere un sentimento di disagio nei confronti di una istituzione che sempre meno ci rappresenta 

Il Papa Francesco sulla vita

Messa di Papa Francesco per la giornata dell’«Evangelium vitae»

 

«Spesso l’uomo non sceglie la vita» perché si lascia guidare «dall’egoismo, dall’interesse, dal profitto, dal potere, dal piacere e non dall’amore, dalla ricerca del bene dell’altro». E questo alimenta l’illusione di poter costruire la città dell’uomo senza Dio. I cristiani invece devono ricordare sempre che «il Signore è il vivente, è misericordioso». Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa per la giornata dell’Evangeliumvitae presieduta domenica mattina, 16 giugno, in piazza San Pietro.

 

Cari fratelli e sorelle, questa celebrazione ha un nome molto bello: il Vangelo della Vita. Con questa Eucaristia, nell’Anno della fede, vogliamo ringraziare il Signore per il dono della vita, in tutte le sue manifestazioni; e nello stesso tempo vogliamo annunciare il Vangelo della Vita. Partendo dalla Parola di Dio che abbiamo ascoltato vorrei proporvi tre semplici spunti di meditazione per la nostra fede: anzitutto, la Bibbia ci rivela il Dio Vivente, il Dio che è Vita e fonte della vita; in secondo luogo, Gesù Cristo dona la vita, e lo Spirito Santo ci mantiene nella vita; terzo, seguire la via di Dio conduce alla vita, mentre seguire gli idoli conduce alla morte. La prima Lettura, tratta dal Secondo Libro di Samuele, ci parla di vita e di morte. Il re Davide vuole nascondere l’adulterio commesso con la moglie di Uria l’Hittita, un soldato del suo esercito, e per fare questo ordina di collocare Uria in prima linea perché sia ucciso in battaglia. La Bibbia ci mostra il dramma umano in tutta la sua realtà, il bene e il male, le passioni, il peccato e le sue conseguenze. Quando l’uomo vuole affermare se stesso, chiudendosi nel proprio egoismo e mettendosi al posto di Dio, finisce per seminare morte. L’adulterio del re Davide ne è un esempio. E l’egoismo porta alla menzogna, con cui si cerca di ingannare se stessi e il prossimo. Ma Dio non si può ingannare, e abbiamo ascoltato come il profeta dice a Davide: tu hai fatto ciò che è male agli occhi di Dio (cfr. 2 Sam 12, 9). Il re viene messo di fronte alle sue opere di morte - davvero quello che ha fatto è un’opera di morte, non di vita! -, comprende e chiede perdono: «Ho peccato contro il Signore!» (v. 13), e il Dio misericordioso che vuole la vita e sempre ci perdona, lo perdona, gli ridona vita; il profeta gli dice: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai». Che immagine abbiamo di Dio? Forse ci appare come un giudice severo, come qualcuno che limita la nostra libertà di vivere. Ma tutta la Scrittura ci ricorda che Dio è il Vivente, colui che dona la vita e che indica la via della vita piena. Penso all’inizio del Libro della Genesi: Dio plasma l’uomo con polvere del suolo, soffia nelle sue narici un alito di vita e l’uomo diviene un essere vivente (cfr. 2, 7). Dio è la fonte della vita; è grazie al suo soffio che l’uomo ha vita ed è il suo soffio che sostiene il cammino della sua esistenza terrena. Penso anche alla vocazione di Mosè, quando il Signore si presenta come il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, come il Dio dei viventi; e inviando Mosè al faraone per liberare il suo popolo rivela il suo nome: “Io sono colui che sono”, il Dio che si rende presente nella storia, che libera dalla schiavitù, dalla morte, e porta vita al popolo perché è il Vivente. Penso anche al dono dei Dieci Comandamenti: una strada che Dio ci indica per un vita veramente libera, per una vita piena; non sono un inno al “no” - non devi fare questo, non devi fare questo, non devi fare questo... No! Sono un inno al “sì” a Dio, all’Amore, alla vita. Cari amici, la nostra vita è piena solo in Dio, perché solo Lui è il Vivente! Il brano del Vangelo di oggi ci fa fare un passo avanti. Gesù incontra una donna peccatrice durante un pranzo in casa di un fariseo, suscitando lo scandalo dei presenti: Gesù si lascia avvicinare da una peccatrice e addirittura le rimette i peccati, dicendo: «Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco» (Lc 7, 47). Gesù è l’incarnazione del Dio Vivente, Colui che porta la vita, di fronte a tante opere di morte, di fronte al peccato, all’egoismo, alla chiusura in se stessi. Gesù accoglie, ama, solleva, incoraggia, perdona e dona nuovamente la forza di camminare, ridona vita. In tutto il Vangelo noi vediamo come Gesù con i gesti e le parole porta la vita di Dio che trasforma. È l’esperienza della donna che unge con profumo i piedi del Signore: si sente compresa, amata, e risponde con un gesto di amore, si lascia toccare dalla misericordia di Dio e ottiene il perdono, inizia una nuova vita. Dio, il Vivente, è misericordioso. Siete d’accordo? Diciamolo insieme: Dio, il Vivente, è misericordioso! Tutti: Dio, il Vivente, è misericordioso. Un’altra volta: Dio, il Vivente, è misericordioso! È stata questa anche l’esperienza dell’apostolo Paolo, come abbiamo ascoltato nella seconda Lettura: «Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2, 20). Qual è questa vita? È la vita stessa di Dio. E chi ci introduce in questa vita? È lo Spirito Santo, dono del Cristo Risorto. È Lui che ci introduce nella vita divina come veri figli di Dio, come figli nel Figlio Unigenito, Gesù Cristo. Siamo aperti noi allo Spirito Santo? Ci lasciamo guidare da Lui? Il cristiano è un uomo spirituale, e questo non significa che sia una persona che vive “nelle nuvole”, fuori della realtà, come se fosse un fantasma. No! Il cristiano è una persona che pensa e agisce nella vita quotidiana secondo Dio, una persona che lascia che la sua vita sia animata, nutrita dallo Spirito Santo perché sia piena, da veri figli. E questo significa realismo e fecondità. Chi si lascia condurre dallo Spirito Santo è realista, sa misurare e valutare la realtà, ed è anche fecondo: la sua vita genera vita attorno a sé. Dio è il Vivente, è il Misericordioso. Gesù ci porta la vita di Dio, lo Spirito Santo ci introduce e ci mantiene nella relazione vitale di veri figli di Dio. Ma spesso - lo sappiamo per esperienza - l’uomo non sceglie la vita, non accoglie il “Vangelo della vita”, ma si lascia guidare da ideologie e logiche che mettono ostacoli alla vita, che non la rispettano, perché sono dettate dall’egoismo, dall’interesse, dal profitto, dal potere, dal piacere e non sono dettate dall’amore, dalla ricerca del bene dell’altro. È la costante illusione di voler costruire la città dell’uomo senza Dio, senza la vita e l’amore di Dio - una nuova Torre di Babele; è il pensare che il rifiuto di Dio, del Messaggio di Cristo, del Vangelo della Vita, porti alla libertà, alla piena realizzazione dell’uomo. Il risultato è che al Dio Vivente vengono sostituiti idoli umani e passeggeri, che offrono l’ebbrezza di un momento di libertà, ma che alla fine sono portatori di nuove schiavitù e di morte. La saggezza del Salmista dice: «I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi» (Sal 19, 9). Ricordiamolo sempre: il Signore è il Vivente, è misericordioso. Il Signore è il Vivente, è misericordioso. Cari fratelli e sorelle, guardiamo a Dio come al Dio della vita, guardiamo alla sua legge, al messaggio del Vangelo come a una via di libertà e di vita. Il Dio Vivente ci fa liberi! Diciamo sì all’amore e no all’egoismo, diciamo sì alla vita e no alla morte, diciamo sì alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo; in una parola diciamo sì a Dio, che è amore, vita e libertà, e mai delude (cfr. 1 Gv 4, 8; Gv 11, 25;Gv 8, 32), a Dio che il Vivente e il Misericordioso. Solo la fede nel Dio Vivente ci salva; nel Dio che in Gesù Cristo ci ha donato la sua vita con il dono dello Spirito Santo e fa vivere da veri figli di Dio con la sua misericordia. Questa fede ci rende liberi e felici. Chiediamo a Maria, Madre della Vita, che ci aiuti ad accogliere e testimoniare sempre il “Vangelo della Vita”. Così sia.

domenica 2 giugno 2013

Cosa penso sulla democrazia partecipativa

"Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale."
 Cito l'articolo 49 della nostra costituzione perché mi sembra che in due righe essa definisca, con sintesi e completezza, la questione della democrazia partecipata dai cittadini.
Credo di capire che la nostra sia un tipo di democrazia fiduciaria, dove la rappresentatività dei cittadini a cascata è agevolata sia dallo strumento partitico, sia dal voto .
Ormai tutte le amministrazioni , anche attraverso strumenti innovativi (open data), devono essere delle case di vetro dove chiunque possa accedere ad informazioni di qualsiasi tipo in maniera semplice ed immediata.  
Chi ci governa a Venezia, deve dotarsi veramente  di strumenti e di luoghi che permettano agli eletti di ascoltare le istanze del territorio, di elaborarle e di arrivare ad azioni di governo  che prevedano  e sanciscano il bene di tutta la comunità territoriale 
Il fiorire di comitati e associazioni in città ( dal Gruppo "Gabbiotto" in Facebook al "Si al Palais Lumiėre)  afferenti a questa o quella causa , non è un bel sintomo, dimostra infatti che i meccanismi di partecipazione attuali sono inadeguati , si sono inceppati o che alcune lobby  curano solo i loro interessi mascherandosi con istanze di democrazia partecipata.
Credo quindi sia necessario che :
Gli eletti lavorino in maniera anche trasversale,  efficace e tempestiva perché si recuperi il rapporto fiduciario che ci dovrebbe essere con gli elettori 
Gli eletti si dotino di capacità di ascolto , recepimento e elaborazione delle istanze degli elettori 
Gli eletti facciano della trasparenza la loro modalità di lavoro
Mi sento  quindi di esplicitare alcune istanze operative che potrebbero essere recepite dal nostro comune  visto che al momento si sta lavorando agli  gli strumenti di democrazia partecipativa.
Anche alla luce della nuova legge elettorale riguardanti gli enti locali che introduce la doppia presenza di genere  è veramente necessaria una seria e approfondita analisi sul ruolo delle municipalità  
Se si intende mantenere questo istituto, bisogna valorizzarne ed implementarne il ruolo.Possono essere veramente luogo dedicato di ascolto e di esercizio di partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini . Ad una attenta analisi oggi ci pare che siano state ridotte ad un mero stumento clientelare e burocratico le cui azioni non sono per niente tenute in considerazione .
Per quanto riguarda le numerose consulte presenti nella nostra amministrazione , credo vada fatta anche qui una seria ed attenta valutazione. A volte si ha veramente l'impressione che il loro lavoro non venga minimamente tenuto in considerazione dagli assessori afferenti alle tematiche a cui esse lavorano.
Per il resto spero  che si agevolino veramente per sottrazione di normativa tutti gli altri strumenti come proposte di delibere popolari,referendum e petizioni.
Tutti i cittadini devono trovare spazi di espressione con modalità semplici e percorribili, il contributo di ogni singolo deve essere considerato una ricchezza per la comunità, fatto salvo il bene comune di essa
Anna Brondino