mercoledì 27 febbraio 2013

Il patto sforato


La politica italiana degli ultimi anni ha visto sgretolarsi molte certezze, ci ha abituato a novità quasi quotidiane: in questo panorama, restano pochi dati costanti, e uno di questi è che Venezia da vent’anni viene governata dalla stessa maggioranza con la stessa cultura politica e la stessa visione di sviluppo della città.

Per decenni Venezia ha goduto di flussi di denaro quasi illimitati, derivanti soprattutto dalla Legge Speciale e dal Casinò. Grazie a queste entrate del tutto atipiche la sinistra sembrava cavarsela: pochi infatti capivano quanto fosse facile governare avendo a disposizione soldi a palate. Per anni le varie amministrazioni guidavano la città senza progetto alcuno, con tanta supponenza culturale, ma il bluff reggeva, sorretto da una montagna di denaro pubblico.

Poi è arrivata la crisi. La Legge speciale non è stata più finanziata ed il Casinò ha cominciato a rendere meno, pur assicurando comunque introiti sconosciuti ad altri Comuni.
E con la crisi sono emersi tutti i limiti di questa classe dirigente, che non ha saputo governare i cambiamenti. E i risultati sono bene visibili:
  • non è stato sfruttato l’immenso patrimonio immobiliare della città
  • non sono stati capaci di gestire un flusso turistico unico al mondo in grado da solo di risolvere i problemi di città ben più grandi della nostra
  • non sono state create occasioni di sviluppo nella terraferma veneziana e la sinistra si è dimostrata del tutto incapace ad affrontare una grande sfida come quella rappresentata dalla riconversione di Marghera
  • non si è nemmeno iniziato un processo di razionalizzazioni e tagli alle spese della macchina comunale

In compenso, i nostri illuminati amministratori sono stati invece pronti nell’ aumentare la Tia,, ad introdurre la Tassa di soggiorno, ad inventarsi l’Addizionale comunale che mai Venezia aveva conosciuto, a portare l’Imu alle massime aliquote concesse dalla legge
Nel frattempo, l’operazione Ospedale al Mare è ferma, la Coppa America l’abbiamo persa, e ci fermiamo qui per non infierire

Il risultato di tutto ciò è che quando mancano 25 giorni alla fine dell’anno, viene annunciato che si potrebbe sforare il patto di stabilità, con le conseguenze gravissime su investimenti ed occupazione che tutti conosciamo.

Eppure solo il 31 ottobre il Consiglio comunale era stato convocato per la verifica in tema di equilibrio di bilancio, e in quella sede era emerso chiaramente come solo il 10% delle immobilizzazioni messe a bilancio era stato venduto: la nostra giunta però aveva ritenuto opportuno non dire nulla.

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