Ieri in Consiglio Regionale del Veneto si è persa un’importantissima occasione per affermare il principio delle pari opportunità in politica.
La bocciatura dell’emendamento della nuova legge elettorale che prevedeva la doppia preferenza di genere, rappresenta una grave sconfitta per tutto il sistema politico del nostro territorio: immobilismo e incapacità di trovare accordi trasversali ai partiti predominano sulla volontà di un vero cambiamento.
Il problema della carenza di presenza femminile nel panorama politico attuale in Veneto è molto sentito. La partecipazione femminile non solo dovrebbe essere favorita e incentivata, ma anche coadiuvata da diverse modalità di voto e concreti strumenti che garantiscano un trattamento paritario tra i sessi.
Con la doppia preferenza di genere in Regione, gli elettori avrebbero avuto la possibilità di poter esprimere il loro voto per candidati di entrambi i sessi. Mi sembra paradossale che se questo avviene per le elezioni europee e comunali non debba invece accadere per le regionali.
Alla fine invece, nonostante ci fossero le premesse perché l’aula votasse a favore, è tutto saltato: l’ennesima occasione buttata, perché questa norma avrebbe contribuito a valorizzare il talento e le capacità di noi donne anche in politica.