martedì 22 ottobre 2013
Un bel discorso di Papa Francesco
venerdì 18 ottobre 2013
mercoledì 16 ottobre 2013
A Venezia chiedo : si può vivere solo di turismo?
IL GAZZETTINO
Pag 1, 24 “A Venezia chiedo: si può vivere soltanto di turismo?” di Paolo Navarro Dina
L’uomo e la fede come amica, la centralità della famiglia, il Veneto e il destino della sua “capitale”: le riflessioni del Patriarca Moraglia
Nuovi discepoli per un nuovo Vangelo tra la gente. E sopra a tutto: la fede in un mondo in evoluzione. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia rilancia la riflessione. Da pochi giorni è in libreria il suo libro "Una fede amica dell’uomo" (Cantagalli Editore, 8 euro). Monsignor Moraglia ha accettato di rispondere ad alcune domande del Gazzettino.
Eccellenza, nell'introduzione al suo libro, citando le parole di Papa Francesco, si dice che la Chiesa è chiamata ad andare incontro al mondo, con profondo sguardo di fede e con condiscendenza e simpatia di fronte alle tante ferite degli uomini
«Parlando di una "fede amica dell’uomo" ho voluto ricordare che è proprio della fede cristiana porsi in profonda sintonia con Dio che cerca l’uomo nella concretezza della storia. A mio avviso è necessario ripartire dalla società, considerata come anima dello Stato. Mi riferisco qui ad un rinnovato impegno di animazione e "cultura sociale" che, soprattutto nel nostro Veneto, può trovare un terreno fertile. La recente esperienza della 47^ Settimana sociale di Torino: ci ha aiutato a cogliere come la famiglia sia elemento forte e realistico per la vita delle persone e della società; se la famiglia è debole, ci ritroveremo persone più fragili, una società e uno Stato più deboli».
Citiamo:"La città è luogo di crescita e di progresso, ma pure di un possibile allontanamento da Dio. La città è anche luogo di peccato e lontananza da Dio". E Venezia?
«A volte, guardando il costante flusso turistico che attraversa la città d’acqua, mi chiedo fino a che punto questa parte di Venezia possa percepire fino in fondo la situazione di crisi che in tante zone di quello che era detto il “ricco Veneto” si avverte in modo evidente. So, però, che pure qui si avvertono problemi non di poco conto e lo sanno bene gli operatori del settore. E ci si chiede: si può vivere, alla fine, solo di turismo? E, se fosse così, non si rischia di pagare lo scotto, pesante, di una città sistematicamente espropriata del suo vivere quotidiano? Nei prossimi mesi mi accingerò a svolgere una visita alle parrocchie del centro storico di Venezia. Attribuisco grande importanza a questi incontri diretti con i sacerdoti e i fedeli».
L'evoluzione del concetto di famiglia in una società in cambiamento. Venezia è stata coinvolta in questo dibattito...
«Mi ha colpito molto quanto Papa Francesco ha scritto ai cattolici italiani: per i cristiani “la famiglia è ben più che tema, è vita, tessuto quotidiano, cammino di generazioni che si trasmettono la fede insieme con l’amore e i valori morali fondamentali, solidarietà concreta”. E tutto questo è “per il maggior bene comune”. Per questo consideriamo la famiglia una priorità, secondo una concezione che viene non solo dalla fede ma anche da testi sulla cui laicità non si può dubitare, come la Costituzione italiana e la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. La famiglia, così intesa, non riguarda solo le aspirazioni e le esigenze individuali dei membri che la costituiscono; tocca, piuttosto, le aspettative della comunità perché risponde ad un interesse generale ed ha, quindi, una rilevanza unica nei confronti della società e dello Stato. Non è una delle tante possibili "compagnie" e promuovere la famiglia non intende mai andare contro qualcuno o discriminare in alcun modo nessuno».
È possibile ipotizzare la rifondazione di un "patto" partendo dalla dottrina sociale della Chiesa?
«Ogni ambito ha un suo contenuto ben determinato ma il loro appoggiarsi uno all’altro non è casuale poiché, alla fine, si tratta di riconoscere e promuovere la centralità dell’uomo. Nel testo che ho scritto per tali occasioni segnalo la necessità di una nuova “rivoluzione copernicana”: un passaggio fondamentale è che le diverse istituzioni civili e lo Stato riconoscano la priorità della famiglia nei confronti di ogni altra comunità e della stessa realtà statale. La prospettiva familiare è culturalmente e politicamente da valorizzare, anche per un reale riconoscimento della centralità della persona. Il rapporto costruttivo da realizzare tra vita, lavoro e famiglia da una parte e società e Stato dall’altra inizia da qui, dalla famiglia come soggetto dotato di specificità e priorità sociale».